“La straordinaria storia di Zero” è una favola delicata che tocca temi sensibili come quello del bullismo: Zero, il protagonista, è diverso dagli altri numeri e per questo motivo viene isolato e allontanato.
Questa dilagante realtà è l’espressione di un duplice disagio, di una celata e inespressa richiesta di aiuto, che deve essere tempestivamente decodificata e compresa per poter essere risolta.
Alla base del bullismo c’è tanta solitudine: certamente c’è la solitudine della vittima, che, scelta proprio per la sua diversità, viene resa ancora più sola, emarginandola dal gruppo.
Ma c’è anche un altro tipo di solitudine ancora più subdola, quella del cosiddetto leader, che forte del potere del gruppo e, al contempo, incapace di affermare il suo sé più recondito, ha bisogno di screditare, deridere e distruggere piuttosto che rispettare, costruire e crescere.
Questa favola è un elogio alla diversità nel suo significato più profondo, perché essere diversi non equivale ad essere deficitari di qualcosa ma significa essere l’espressione di idee, desideri e capacità in maniera originale, personale e intimamente esclusiva.
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